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martedì 21 ottobre 2014

OBESITA': un punto di vista psicologico

L'Obesità è una complessa patologia cronica multifattoriale che deriva dalla interazione di fattori genetici ed ambientali e per questo motivo non può essere considerata un fenomeno unitario. 

L’obesità non è necessariamente legata a tratti psicopatologici e non è considerata un disturbo del comportamento alimentare. Tuttavia la valutazione delle caratteristiche psicologiche e psicopatologiche è indispensabile al fine della progettazione del trattamento più idoneo. In particolare va tenuto in considerazione che la componente psicologica è essenziale nella genesi, nel mantenimento e nella soluzione di tutti i problemi che riguardano la modificazione degli stili di vita. 


L’obiettivo del trattamento dell’obesità è la riduzione equilibrata delle calorie introdotte, ma soprattutto cambiamento negli stili di vita che favoriscano un incremento dell'attività fisica e di uno stile di vita attivo. 

Per raggiungere questo obiettivo è fondamentale rivolgere l’ attenzione non solo ai chili ma alla persona fatta di idee, vissuti e convinzioni rispetto ai cambiamenti (sia sull’ alimentazione sia rispetto all’ attività fisica). In quest’ottica un percorso psicoterapeutico può essere in alcuni casi indicato al fine di incrementare la motivazione al cambiamento, aiutare i pazienti ad affrontare gli ostacoli della perdita e del mantenimento del peso corporeo attraverso tecniche cognitive e comportamentali, migliorare l’autostima e l’immagine corporea e incrementare l’autoefficacia. 



Concludendo i pazienti obesi rappresentano, dal punto di vista psicologico, psicopatologico e comportamentale, una popolazione assai eterogenea, al cui interno è possibile ritrovare sia individui senza particolari problematiche psicologiche, sia soggetti con tratti di personalità psicopatologici.

Alcune ricerche sostengono che le principali problematiche psicologiche osservate nei soggetti affetti da obesità, in particolare l’immagine corporea negativa, la bassa autostima e le difficoltà relazionali, non sarebbero tanto la causa dell’obesità ma piuttosto la conseguenza di un ambiente sociale avverso, che esercita una profonda discriminazione verso individui con un corpo di dimensioni superiori alla media (Stunkard AJ., Wadden TA., 1992).

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