L'Obesità è una complessa
patologia cronica multifattoriale che deriva dalla interazione di fattori
genetici ed ambientali e per questo motivo non può essere considerata un
fenomeno unitario.
L’obesità non è necessariamente legata a tratti
psicopatologici e non è considerata un disturbo del comportamento alimentare.
Tuttavia la valutazione delle caratteristiche psicologiche e psicopatologiche è
indispensabile al fine della progettazione del trattamento più idoneo. In
particolare va tenuto in considerazione che la componente psicologica è
essenziale nella genesi, nel mantenimento e nella soluzione di tutti i problemi
che riguardano la modificazione degli stili di vita.
L’obiettivo del
trattamento dell’obesità è la riduzione equilibrata delle calorie introdotte,
ma soprattutto cambiamento negli stili di vita che favoriscano un incremento
dell'attività fisica e di uno stile di vita attivo.
Per raggiungere questo
obiettivo è fondamentale rivolgere l’ attenzione non solo ai chili ma alla
persona fatta di idee, vissuti e convinzioni rispetto ai cambiamenti (sia
sull’ alimentazione sia rispetto all’ attività fisica). In quest’ottica un
percorso psicoterapeutico può essere in alcuni casi indicato al fine di
incrementare la motivazione al cambiamento, aiutare i pazienti ad affrontare
gli ostacoli della perdita e del mantenimento del peso corporeo attraverso
tecniche cognitive e comportamentali, migliorare l’autostima e l’immagine
corporea e incrementare l’autoefficacia.
Concludendo i pazienti obesi
rappresentano, dal punto di vista psicologico, psicopatologico e
comportamentale, una popolazione assai eterogenea, al cui interno è possibile
ritrovare sia individui senza particolari problematiche psicologiche, sia
soggetti con tratti di personalità psicopatologici.
Alcune ricerche sostengono che le principali problematiche
psicologiche osservate nei soggetti affetti da obesità, in particolare l’immagine corporea negativa, la bassa autostima e le
difficoltà relazionali, non sarebbero tanto la causa dell’obesità ma piuttosto
la conseguenza di un ambiente sociale avverso, che esercita una profonda
discriminazione verso individui con un corpo di dimensioni superiori alla media
(Stunkard AJ., Wadden TA., 1992).
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