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venerdì 6 marzo 2015

Dieta o Stile di Vita? (parte prima)

Siamo soliti associare il termine dieta ad un particolare regime alimentare che adottiamo quando pensiamo di aver bisogno di migliorare e/o modificare la propria forma corporea: dieta ipercalorica o dieta ipocalorica (e quindi dimagrante).


Abitualmente ci mettiamo "a dieta" ogni qualvolta si pre­senti la neces­sità di Per­dere Peso: si accan­to­nano di punto in bianco le pro­prie abi­tu­dini ali­men­tari ridu­cendo considerevolmente la quan­tità e la qua­lità degli ali­menti da assu­mere, e ci si sot­to­pone ad un con­ti­nuo senso di fame, e ad ogni sorta di depri­va­zione del gusto e del pia­cere del cibo.


Una volta raggiunto il peso desiderato, oppure ancora prima di raggiungerlo, il più delle volte si lascia "la dieta" e si rico­min­cia a man­giare come prima, spesso con mag­giori eccessi, errori ali­men­tari e vora­cità per riscat­tarsi dalle depri­va­zioni e delle nume­rose rinunce; così il peso ritorna a cre­scere, spesso aumenta supe­rando quello di par­tenza, e dopo un po’ si ripro­pone l’esigenza di una nuova dieta, ancora più restrittiva.


Ini­zia così un con­ti­nuo alter­narsi di periodi di ali­men­ta­zione incon­trol­lata e di dieta pri­va­tiva, e  ripe­tute oscil­la­zioni di peso, col risultato finale di un blocco del peso in eccesso e l’inefficacia di qua­lun­que dieta successiva. Ciò che ne consegue è dunque una serie di risvolti negativi sia da un punto di vista fisico-metabolico sia da un punto di vista psicologico..

Ma... Quanto a lungo è pos­si­bile man­te­nere un regime ali­men­tare di tipo pri­va­tivo, ripe­ti­tivo, povero di gusto e senza sod­di­sfa­zione? Come si può pre­ten­dere che que­sto sistema fun­zioni nel tempo, e pre­ten­dere da noi stessi di man­te­nerlo?

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