La rabbia fa parte delle emozioni fondamentali e come tale è filogeneticamente determinata.
Ciò significa che ha una base innata e una funzione che permette all’individuo di adattarsi e sopravvivere all’ambiente.
Sebbene molto spesso, essa venga utilizzata come sinonimo di aggressività e violenza, assumendo così una connotazione prettamente negativa, la rabbia assolve un ruolo molto importante nella vita del singolo individuo poiché segnala la violazione dei propri diritti o la presenza di un ostacolo al raggiungimento di obiettivi personali.
Va intesa pertanto come un campanello di allarme che avvisa chi la sperimenta, che qualcosa o qualcuno potrebbe arrecargli un danno, bloccare un obiettivo o esporlo ad una ingiustizia.
La rabbia inoltre assolve anche la funzione di preparare all’azione, attivando una serie di modificazioni fisiologiche che dispongono l’individuo ad organizzare una serie di comportamenti mirati alla rimozione dell’ingiustizia e/o del danno.
Infatti anche la sola comunicazione verbale e non-verbale (mimica facciale e postura) della propria rabbia esercita una certa influenza sul comportamento degli altri (M. Linehan, 2001).
È molto diffuso il luogo comune che la rabbia sia un emozione distruttiva che portata alla scoperto ferirà gli altri e per questo indesiderabile e condannabile. La rabbia come nessuna emozione è patologica di per sé ma spesso viene repressa, non riconosciuta e non utilizzata influenzando anche il rapporto con il cibo.
Come per altre emozioni mangiare acquista la funzione del rimedio provvisorio per regolare l’intensità emozionale. In alcuni casi i comportamenti di binge eating possono essere considerati una forma di aggressività anche se apparentemente non costituiscono un attacco a nessuno (Safer,2009).
È fondamentale ricordare che si può avere il controllo sulla fame emotiva identificando, accettando e provando le emozioni e sviluppando alternative comportamentali in grado di separare le emozioni dal cibo.
Tutte le emozioni sono importanti e anche quando ci fanno stare male non vanno sopresse o evitate ma utilizzate e regolate nella loro intensità.
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