Tutti gli studi scientifici (compresi i risultati di
EPIC-Italia, branca italiana del grande studio epidemiologico EPIC che ha
seguito le abitudini alimentari di 500mila europei di dieci paesi, dagli anni
Novanta ad oggi) confermano che una corretta alimentazione è un fattore
protettivo per la salute e che, al contrario, cattive abitudini alimentari incidono
negativamente sul rischio di contrarre malattie cardiovascolari e tumori.
E’ importante però precisare, che tutte le volte che si
parla di fattore di rischio si rimane sempre nel campo della probabilità. Spesso
invece questa differenza non viene spiegata con la giusta chiarezza dando
origine ad inutili allarmismi.
Ne è un esempio il clamore suscitato dalle recenti
notizie che l’Iarc, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, ha
inserito le carni lavorate e conservate (wurstel,salumi, prosciutti, carni in
scatola ecc..)nell’elenco dei cancerogeni del gruppo1, quelli più temibili. Diversi
organi di informazione hanno riportato schematicamente la notizia affermando
che “le carni lavorate sono cancerogene”, inducendo pertanto a pensare che ci
sia un nesso causale diretto tra il consumo di salumi e l’insorgenza del
tumore. Fatto oggettivamente lontano dalla realtà perché chi consuma
abitualmente salumi avrà sì una maggiore probabilità di ammalarsi (secondo l’OMS)
ma non si può assolutamente dedurre che questo avverrà per certo: si tratta di
un aumento di probabilità. La scienziata e senatrice a vita Elena Cattaneo ha affermato
che “una prova sufficiente non vuol dire che vi sia una conseguenza certa, perché,
come sempre, è la dose che fa l’effetto, non la sola presenza, a cui si
aggiunge la risposta individuale (genomica)” Se ne deduce quindi che a fare la differenza è lo stile
di vita nel suo insieme; tra cui l’alimentazione. Senza dimenticare il
proprio patrimonio genetico, che però non sempre è così rilevante: esclusi
infatti i tumori con una chiara genesi genetica, cioè quelli familiari, che
sono meno del 5%, in tutti gli altri casi i fattori ambientali sono di gran
lunga più determinanti a quelli genetici. Per fattori ambientali si fa
riferimento ad una complessa gamma di componenti: inquinamento, cattiva
alimentazione, sedentarietà, fumo, alcol, agenti infettivi ecc.. Tuttavia tra
questi cattiva alimentazione e fumo spiegano più del 50% dei tumori.
L’alimentazione gioca un ruolo cruciale nella prevenzione di
queste patologie: in media un terzo dei tumori maligni può essere prevenuto
modificando le abitudini alimentari. I tumori sui quali la dieta gioca un ruolo
più importante sono quelli dell’apparato gastrointestinale. E’ possibile con la
giusta alimentazione prevenire fino a tre quarti dei tumori di stomaco,
colon-retto ed esofago.
Fonte:
American Institute for Cancer Research (AIRC)
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